sabato 4 maggio 2013

Oggi doveva essere inaugurata la base militare USA Dal Molin, ma hanno cambiato idea.
Noi abbiamo manifestato.
C'erano le forze dell'ordine e le televisioni a controllare e documentare per chi non credeva che si potesse ancora manifestare il dissenso per l'imponente base militare degli Stati Uniti d'America a pochi chilometri dal centro della città patrimonio dell'UNESCO.

Ieri la sentenza del processo per i coraggiosi cittadini che hanno occupato la Prefettura di Vicenza per porre l'attenzione su questa tragedia e per ricordare che ci è stato impedito il referendum consultivo prima che l'enorme edificio venisse costruito.
Questa la cronaca di uno dei presenti:

Molti di noi, parlo di quelli che hanno partecipato alla sentenza sull'occupazione della Prefettura, si sono prima sorpresi e poi indignati nell'udire quello che il giudice Rizzi ha deciso con la sentenza di oggi e non per il numero di mesi o di euro che ognuno dei trenta imputati dovrebbe scontare o pagare ma per quella parola infame con cui ci ha definito e con noi tutto il movimento No Dal Molin e tutta la città che lo ha sostenuto: colpevoli!
Colpevoli di aver partecipato ad un'iniziativa e «agito per motivi di particolare valore morale e sociale», come lei stessa sig. giudice  ha riconosciuto, motivi che ci hanno spinto ad incatenarci sulle scale dell'unico organo di governo esistente in città, cioè la prefettura,  perchè volevamo avvertire il governo Prodi che la decisione di aver dato il via libera alla costruzione della base era non solo sbagliata, dannosa e pericolosa per la città ma era anche illegittima perchè presa a voce e fuori perfino dai limiti previsti dai trattati bilaterai stipulati fra Italia ed Usa, come sosteniamo non noi ma altri giudici, quelli del Tar di Venezia, con una sentenza dell'agosto del 2008. 
Ma gli occhiali rotti al piantone Cardillo?  E la porta di accesso agli uffici forse scassata? Anni di indagini e udienze, plotoni di avvocati e magistrati, poliziotti e carabinieri schierati, insomma una montagna di risorse ed energie mobilitate e ben più consistenti dei danni presunti che sarebbero stati provocati dagli "invasori" come ci ha definiti il sempre sorridente Pm, quel giorno di 5 anni fa non è un po' esagerato?
Fossero  costati anche 3000 euro gli occhiali di Cardillo potevano essere rifusi e subito con una colletta fra amici...insomma perchè tutto questo casino per così poco? Quello che oggi abbiamo capito è che tutto questo teatro viene apparecchiato per evitare che la gente, anzi il popolo sovrano, capisca che dietro c'è solo un grande imbroglio,  quello che Kafka nella famosa opera il Processo aveva chiamato opacità. Un'opacità che è tipica di ogni organismo dello stato ma che in quello che chiamiamo  tribunale si esalta perchè il suo compito principale è salvare il culo allo stato, di cui è appunto apparato. 
Noi siamo andati a chiedere giustizia a chi non ce la può dare perchè il suo compito è un altro, quello che il Pm Pecori, sempre lui, non ha avuto pudore di sbattercelo in faccia: "Rassegnatevi", ha detto e così il signor giudice  ha sentenziato.  Rassegnatevi al ruolo che noi apparato dello stato vi assegniamo di volta in volta: imputati e condannati se non fate come diciamo noi, cittadini solo quando votate ma poi comunque facciamo come ci pare ecc...
Ma non deprimiamoci, forse abbiamo perso del tempo perchè la giustizia raramente passa per i tribunali però ne siamo usciti  più convinti che ribellarsi allo stato che non rispetta nemmeno le sue leggi  è giusto e legittimo. 

4 commenti:

  1. Completamente d'accordo con te e con chi manifesta il proprio dissenso, con molta dignità e a volte con molto coraggio, considerando le reazioni spesso violente che accompagnano una manifestazione.

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    1. Sono ormai 4 anni che manifestiamo la nostra contrarietà in modo pacifico e democratico.

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    1. grazie Ernest, la solidarietà è molto importante per noi

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